Si chiama Tpad Phone, il progetto tutto italiano presentato di recente al contest “Student innovation challenge”, svoltosi a Chicago nell’ambito della conferenza internazionale “IEEE Worldhaptics 2015”.
Il dispositivo è dotato di una app cui è stato integrato il senso del tatto, sviluppata da un gruppo di dottorandi del Laboratorio di robotica percettiva (Percro), dell’Istituto Tecip (Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione, della Percezione), presso il Sant’Anna di Pisa.
Questo nuovo smartphone con schermo aptico sarà in grado di fornire sensazioni tattili all’utente al momento dell’interazione e consentirà ai non vedenti di scattare foto e realizzare autoritratti.
In sostanza partendo dalla tecnologia aptica il gruppo di studenti phd aderenti al dottorato in “Digital emerging technology” ha sviluppato l’applicazione “Tactile blind photography” che guida i non vedenti nell’azione dello scatto, impiegando sia l’audio sia un feedback tattile fornito sullo schermo, per rilevare in maniera automatica i volti sulla scena e aiutare l’individuazione della posa migliore, evidenziando i volti dei soggetti e i bordi dell’immagine, migliorando così l’esperienza delle persone affette da deficit visivi.
Il prof. Antonio Frisoli, coordinatore del team di studenti, ha spiegato come l’app sia stata accolta negli Stati Uniti “con notevole interesse, per il suo funzionamento e per le sue possibili applicazioni, tanto che i media americani hanno voluto intervistare gli sviluppatori e i possibili utenti”
Il professor Frisoli prosegue “La possibilità di dotare gli smartphone di sensazioni tattili sullo schermo può portare a un miglioramento significativo del loro utilizzo in alcuni ambiti e farci giungere a promettenti applicazioni che possano supportare, in particolare, le persone non vedenti”.
Dal canto loro gli artefici del progetto, Domenico Chiaradia, Massimiliano Gabardi e Michele Barsotti, chiariscono “L’obiettivo della competizione era creare una nuova applicazione Android che utilizzasse lo schermo aptico per risolvere un problema reale e su questa linea ci siamo mossi. Nella fase di sviluppo della app abbiamo coinvolto una ragazza non vedente che ci ha aiutato a capire quali fossero le sue difficoltà nell’interagire con uno smartphone per scattare fotografie e, soprattutto, per farsi i selfie. Abbiamo compreso le sue necessità e con la guida del prof. Antonio Frisoli abbiamo sviluppato la tecnologia da utilizzare su schermo aptico, per unire efficacia e piacevolezza dell’esperienza di uso con la facilità nell’azione. […] L’obiettivo, adesso, è continuare a svilupparla, per sfruttare al massimo le potenzialità dello schermo aptico, dimostrando come le nuove tecnologie possano risultare davvero utili per superare le disabilità”.