Come tutti sanno da anni è invalso l’uso della rete per le vendite online. Il commercio elettronico, o eCommerce, consente la commercializzazione sul web di beni e servizi tra produttore e consumatore.
In rete è possibile acquistare e vendere ogni genere di prodotto, dai supporti informatici al vestiario e ancora accessori moda, mobili, viaggi, veicoli…
Ma cosa accade quando le merci di scambio sono articoli poco “convenzionali” o illegali?
Acquistare su internet è veloce e funzionale e oggi, con l’avvento dei Bitcoin – la moneta virtuale che non lascia traccia in rete –, che hanno soppiantato le carte prepagate, è diventato ancora più semplice e sicuro.
Questi soldi virtuali generati automaticamente da una serie di computer in rete tra loro si acquistano tramite carta di credito. Si versano i Bitcoin sull’account e si procede all’acquisto restando nel completo anonimato.
A giovare di questo nuovo sistema di pagamento, attualmente, sono per lo più piccoli spacciatori e narcotrafficanti, che h24 spediscono in tutto il Paese piccole dosi di eroina, cocaina, marijuana, hashish, ecstasy, funghi, anfetamine, ma anche materiale pedopornografico e armi.
All’aeroporto di Linate quotidianamente arrivano decine e decine di buste, plichi, pacchi al di sotto dei due chili e mezzo di peso, contenenti pastiglie, erba, cristalli, polveri, piantine, francobolli, sigarette.
Ogni giorno la Guardia di Finanza della compagnia Linate rintraccia l’80% di sostanze stupefacenti assortite acquistate on line, provenienti in particolare dal nord Europa.
Dal Novembre 2013 allo scorso aprile, solo a Linate, sono state sequestrate 12.310 spedizioni contenenti droga: 683 al mese, 42 al giorno, con punte di oltre cento. Per un totale di oltre 35 chili di stupefacenti.
L’aeroporto milanese è così diventato l’hub europeo dello spaccio in rete.
In generale lo spaccio online interessa gran parte del pianeta: come la maggioranza dei siti eCommerce, ogni venditore possiede un username a cui sono connessi dei ratings, che aiutano gli utenti a scegliere gli spacciatori con le migliori referenze, che usano i cosiddetti bazar decentralizzati (“The Dark Market project”), che tengono in deposito il denaro al posto del pusher virtuale.
In base alle stime delle Nazioni Unite il mercato della darknet sarebbe in continua espansione, generando un volume d’affari che si aggirerebbe sul milione di euro e mezzo al mese, garantendo altresì un lauto guadagno agli amministratori dei siti.
Nel caso di Silk Road ad esempio, definito “L’Amazon delle droghe” e considerato il più grande portale dello spaccio al mondo – chiuso il 6 Novembre 2014 -, per ogni transazione l’amministratore incassava una commissione del 6%.
Spesso questi ultimi sono professionisti laureati in informatica e esperti del settore, talora assoldati da associazioni di tipo mafioso.
Questa parte nascosta della rete, chiamata anche Deep web, “sta diventando il paradiso delle organizzazioni criminali di tutto il mondo”, giacché si trova in internet ma non viene indicizzata dai motori di ricerca.
Per accedere è necessario un software in grado di rendere anonima la connessione. Tor (acronimo di The Onion Router), è il sistema di comunicazione anonima per Internet più noto, basato sulla seconda generazione del protocollo di onion routing (tipo di connessione “a cipolla”, cioè fatta a strati).
Questo software fa rimbalzare i dati relativi al traffico in rete su tanti diversi server in modo da impedire di conoscere la provenienza reale.
Se i dati della Ecommerce Foudation confermano un incremento costante delle vendite online, è pur vero che questo sistema, sfortunatamente, favorisce attività illecite che il più delle volte finiscono per restare impunite.